OVINIUS GALLICANUS
Alberto Macchi si iscrive al Gruppo
Storico Romano nel 2022 per partecipare agli eventi principalmente nel ruolo di
Senatore, ma anche come Popolano.
Assume il nomen “Ovinius Gallicanus”,
rifacendosi al fatto d’essere venuto alla luce a Roma da genitori romani,
dentro la cerchia delle Antiche Mura Serviane, in una abitazione nei pressi
delle Terme di Diocleziano.
Infatti Ovinio Gallicano, nato a Roma prima
del 293 e morto nel 317, è un Politico che viene accolto alla Corte
dell'Imperatore croato Diocleziano, ovvero Gaius Aurelius Valerius
Diocletianus, vissuto dal 244 al 313. Ovinius Gallicanus, diviene presto
Senatore di Roma e, dal 293 al 300, riveste il ruolo di Curator Teanum
Sicidinum.
Nel 313 Diocleziano muore dopo una
debilitante malattia che lo costringe per ben otto anni a restare recluso nel
suo Palazzo a Spalato in Croazia, sostituito quindi, dall’anno 305, da Costanzo
Cloro con la carica di Cesare d'Occidente e da Massimiano per i territori di
competenza amministrati.
Succede, poi, come Imperatore Flavio Valerio
Severo ma, dopo di lui, regnano Licinio con la carica di Augusto d'Occidente e
Massenzio per la parte dei territori di competenza amministrati.
Il 25 luglio 306 il serbo Flavius Valerius
Aurelius Constantinus è eletto Imperatore sotto il nome di Costantino I.
Nel 315, Ovinio Gallicano, divenuto
Console, due anni dalla morte del suo amato Diocleziano, seguendo l’esempio di
Flavia Giulia Elena madre di Costantino, si converte anch’egli al
Cristianesimo.
Dal 4 agosto 316 Ovinio Gallicano succede
a Vettio Rufino come Praefectus Urbi di Roma, restando in carica fino al 15
maggio 317 giorno della sua morte. Gli succede Settimio Basso.
Ovinius Gallicanus è ricordato nel mondo
della Cristianità per aver lasciato una cospicua donazione a favore della
Chiesa dei Santi Pietro, Paolo e Giovanni Battista di Ostia.
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LUGIA
FLAVIA DOMITIA
Angela Sołtys si iscrive al Gruppo Storico
Romano nel 2022 per partecipare agli eventi principalmente nel ruolo di Donna
Patrizia, ma anche come Sibilla.
Assume il nomen “Flavia Domitia Lugia”
rifacendosi al fatto d’essere nata nella regione sud-est della odierna Polonia.
In questi territori, infatti, la sua famiglia possiede ancora due casali con
intorno un appezzamento di terreno, a Kisielow, villaggio nei pressi di
Przeworsk, ossia nella zona abitata già dal I secolo d.C. dalla popolazione dei
Lugi (*).
Qui, l’Imperatore romano Domiziano,
ovvero Caesar Domitianus Augustus Germanicus, vissuto dal 51 al 96,
ultimo della dinastia Flavia, offre sostegno ai Lugi nella lotta contro i
Suebi, cedendo loro un drappello di 100 Cavalieri Romani e ricevendo in cambio,
alcune valenti donne e alcuni valorosi uomini che egli accoglierà con tutti gli
onori presso il suo Palazzo a Roma.
Una di queste donne – immaginiamo – si
distinguerà particolarmente per le sue virtù, tanto che Domiziano le concederà
di assumere il nome di Lugia (dal popolo dei Lugi), Flavia (dalla gens Flavia)
e Domitia (da Domitianus).
(*) I Lugi sono una tribù di origine
indoeuropea vissuta tra il 400 a.C. ed il 300 d.C. nell'Europa centrale, a nord
dei Sudeti nel bacino tra l'Oder e la Vistola, che occupano buona parte
dell'attuale Polonia centro-meridionale. Molti archeologi oggi identificano i
valorosi Lugi particolarmente con la Cultura di Przeworsk. Il motivo della loro
potenza è il controllo del tratto centrale della Via dell'Ambra, dalla Sambia
al Mar Baltico, fino ad alcune provincie dell'Impero Romano, come la Pannonia, il
Norico e la Rezia. In età successiva i Lugi saranno conosciuti col nome di
Vandali. Specifica, inoltre, lo storico romano Tacito: «In realtà essi sono
stanziati, oltre che in quella che oggi noi definiamo regione di Przeworsk,
anche in quella che attualmente comprende le città di Katowice, Kielce,
Cracovia e Radomsko. I Lugi sono naturalmente dotati di forze superiori e
accrescono il loro truce aspetto e la loro naturale ferocia con la scelta di
combattere esclusivamente nelle notti più tenebrose con il corpo e gli abiti
tinti interamente di nero, seminascosti dietro scudi neri. Così, apparendo come
fantasmi neri, su ogni campo di battaglia riescono ad incutere sistematicamente
il terrore». «Infatti,» – conclude Tacito – «nessun nemico può sopportare una tale
sconcertante e infernale visione».